venerdì 16 maggio 2008
Soldatini
Biancaneve mettendo ordine negli scaffali alti dello stanzino ha trovato una scatola con su scritto “soldatini”. Dentro c’è un’accozzaglia di personaggi alti circa tre centimetri: alcuni sono piccoli indiani Cheyenne con il copricapo di penne e l’ascia di guerra appena dissotterrata, altri sono cowboy con fucili e pistole; c’è pure qualche cavallo ( non si sa a quale schieramento appartenga) e un carro con il telone a cupola. Ma insieme a questi personaggi da film western ci sono due carri armati e un piccolo plotone di soldati in grigioverde, con l’elmetto, nell’atto di tirare una bomba a mano o di sparare con la mitragliatrice. Per i bambini (maschi) la guerra è un gioco, che forse li aiuta a scaricare l’aggressività così come le femmine esprimono attraverso la cura delle bambole la predisposizione alla maternità. .Ma per tante madri, mogli, sorelle, fratelli, figli, padri la guerra è il dramma di perdere le persone care, le case distrutte, la speranza di un futuro spezzata. Che responsabilità grossa abbiamo noi genitori e insegnanti: far crescere non solo pacifisti ma persone pacifiche, costruttrici di pace. Biancaneve ripensa ad una frase di un grande del nostro tempo, Giovanni Paolo II: “La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta dell’umanità”.
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2 commenti:
Cara Biancaneve, in quanto esponente del genere maschile, che non molto tempo fa giocava con i soldatini, devo dire che per i bambini (maschi)la guerra è un gioco che non aiuta a scaricare l'aggressività, ma a svilupparla e ad imparare a controllarla. Nelle intense sessioni di gioco e di zuffe con il mio fratellino ho potuto apprezzare questo grande potere educativo dei giochi di guerra o lotta in generale.
Caro Luke, grazie della precisazione. A me sono sempre piaciuti i soldatini, specie quelli genere far west.
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