domenica 25 maggio 2008

Smàfare

Nella lingua sicula “smàfara” è “sproposito” . Biancaneve si diverte a raccogliere parole usate impropriamente, che traggono in inganno chi le pronuncia per la loro assonanza con modi di dire autentici. Le smàfare spesso riguardano parole straniere: così ad esempio nella vetrina di un negozio di abbigliamento capita di vedere un “queen set” di lana merinos (forse il sopra-e-sotto che usa la regina?), da brandelli di discorsi appuriamo che “quello ha una personalità bordellain”, (cioè è uno a cui piace fare macelli?); la ragazza invitata al matrimonio stava benissimo con uno scimmion sulla testa, mentre il suo fidanzato guida un’auto nuova che ha l’Aiddiesse (ABS) e il nonno chiedeva in salumeria un pacco di Cipstress per il nipotino. Del resto l’uso allegro delle parole straniere ha radici antiche, se è vero che qualche studente ha pensato forse una volta che “panta rei” significhi “siamo-tutti-colpevoli”, e che “omnia munda mundis “ voglia dire tutto-il-mondo-è-paese. Biancaneve sente la forte tentazione di cambiare il suo nome in Snow-white; ma forse le traduzioni sono pericolose. Se dovesse prendere piede questa moda il Segretario di Stato Americano si dovrebbe chiamare Condoglianza Riso.

1 commento:

Prof 2.0 ha detto...

Per non parlare di Giorgio Cespuglio...