sabato 3 maggio 2008

In cucina

In cucina
Festa di bambini. Una mamma si improvvisa “animatrice” ( o sono gli animatori che si improvvisano genitori?) e propone dei quiz ai piccoli invitati di quarta elementare. Una domanda – presa dalle definizioni dei Cruciverba facilitati – recita :“Si consuma cucinando”.
Un ragazzetto salta in piedi e urla :-La mamma!- (per chi non lo sapesse, la risposta giusta era il gas).
Biancaneve ripensa a questo fatterello mentre guarda il banco frigo del supermercato. Dai “Pensierini” a “Gioia verde”, dai “Sorrisini” a “Viva la mamma!” a “That’s amore!” moltissimi prodotti evocano l’idea di famiglia, di affetto tradotto in piatti cucinati, in sapori casalinghi, di mani sapienti che mescolano agli ingredienti più fantasiosi l’amore che si traduce in “cura”. E questo specialmente tra i prodotti freschi e surgelati, dunque “a rischio”, condizionati da una temperatura particolare, senza la quale si deteriorano. La pubblicità fa leva su questi richiami per indurre a consumare prodotti che vengono acquistati più che per le loro caratteristiche nutrizionali per i mondi che richiamano, perché rispondono ad una nostalgia nascosta. Ora che le mamme – per fortuna- non si consumano più cucinando, anche una Viennetta “sa” di domenica, di festa, di famiglia.

2 commenti:

isabel ha detto...

Non è male però consumarsi un pò per rendere più gradevole una cena... Il profumo delle cose buone (e magari sudate...) concilia il dialogo e l'apertura a tavola! Fa storia...

Prof 2.0 ha detto...

A certe latitudini la cura diventa quasi una specie di distruzione dell'amato attraverso la quantità di cibo prodotta... chissà perchè... ci vorrebbe un post antropologico!