sabato 31 maggio 2008
Fantasia in cucina
Il Cacciatore non è mai stato un gran cuoco. Quando la moglie si assentava per qualche giorno affidandogli i figli piccoli il suo problema principale era stabilire la quantità di pastina da cuocere in una determinata quantità di brodo: in definitiva, un problema di proporzioni. E quelle povere creature si ritrovavano nel piatto o una massa di “stelline” che si sarebbe potuta modellare tipo pongo, o un desolante brodino in cui galleggiavano poche, sperdute “stelline” solitarie come una particella di sodio in acqua Lete. Però il Cacciatore riusciva a preparare cenette coi fiocchi imbandendo ai figli alcuni piatti di sua invenzione, che giungevano in tavola già “porzionati” come al ristorante, e che venivano assaporati prima con le orecchie che con il palato; infatti avevano nomi altisonanti, e venivano decantati nella fase di preparazione come squisitezze rare e sopraffine. Nacque così il “Combinato venezolano”, consistente in alcune fettine di Galbanino su uno sfondo di salsa di pomodoro (avanzata) e guarnite con fogliolina di basilico o di altra pianta a scelta tra quelle presenti in casa, o il “Variegato alla frutta”, una specie di macedonia che copriva l’imboscamento di eventuale mela farinosa, o ancora le tuttora in voga “pizzette finte” utilissime a riciclare il pane rimasto e i pezzeti finali di formaggio che restano in frigo. Insomma, vere leccornie. Del resto anche i grandi chef vestono con nomi esotici le cose più semplici, e ti fanno pagare il nome più che il piatto.
venerdì 30 maggio 2008
In montagna
Un ‘estate di alcuni anni fa la famiglia del bosco si trovava in montagna, in Trentino Alto Adige; gli anni in verità erano più di alcuni, perché Biancaneve era in attesa di Nanasette. Il Cacciatore trascinava sua moglie per sentieri impervi, manco fosse Heidi a cui le caprette fanno ciao, incurante delle sue proteste e della minaccia di partorire lì per lì o di fermarsi definitivamente alla prima malga. I nani invece se la godevano un mondo. L’unico che di tanto in tanto protestava era Nanosei, allora un bimbetto di due anni e mezzo con due occhi enormi; quando non voleva camminare il Cacciatore gli prospettava la meta ormai vicina (e l’innocente ci cascava), gli descriveva quello che avremmo visto una volta arrivati in cima, il ruscello che era dopo un paio di curve, e lo distraeva facendogli raccogliere le fragole che crescevano lungo il sentiero al margine del bosco. Accendeva il desiderio, incoraggiava, gli dava piccole soddisfazioni intermedie, e... non lo prendeva in braccio. Insomma faceva egregiamente il suo mestiere di padre. E in fondo anche quello di marito, perché procurava sempre a Biancaneve un bastone a cui appoggiarsi per non rotolare a valle.
mercoledì 28 maggio 2008
Umiltà
Una delle qualità che rendono bella una persona è l’umiltà, virtù rara e difficile da capire in un tempo in cui ciascuno si porta appresso un ego ipertrofico e non esita a sopraffare gli altri. Biancaneve ha trovato una graziosa definizione “al contrario” di questa qualità umana nel libro di C.S.Lewis “Le lettere di Berlicche”. Nel libro Malacoda è un giovane diavolo che ha l’incarico di far dannare un giovane convertito, e periodicamente aggiorna suo zio Berlicche – diavolo di grande esperienza – sui progressi della sua missione. Il vecchio diavolo scrive al nipote: “Mio caro Malacoda, la notizia più allarmante del tuo ultimo rapporto è che il tuo assistito è diventato umile. Bisogna correre ai rimedi. Comincia col far notare anche a lui che è diventato umile, perché se uno si convince di essere umile già non lo è più. Si inorgoglirà della sua stessa umiltà e noi diavoli non avremo più niente da temere. Se questo non funziona, allora cerca di confonderlo su cosa significhi veramente essere umile.Per esempio, fà in modo che si convinca che l’umiltà significa donne carine che si sforzano di credersi brutte e uomini intelligenti che si sforzano di credersi sciocchi. Siccome a volte ciò è manifestamente falso, in questo modo riusciamo a tenerli tutta la vita impegnati in una battaglia persa in partenza.L’importante è che tu riesca a nascondergli il vero scopo dell’umiltà, cioè che l’uomo smetta di rivolgere la sua attenzione sempre e solo a sé stesso per interessarsi un po’ di più del prossimo. Il disastro completo sarebbe, per noi, il giorno che il tuo giovanotto vedesse qualcuno del suo ufficio fare un eccellente lavoro, ottenere un successo, e lui se ne rallegrasse come se l’avesse fatto o ottenuto lui stesso. Mettiti dunque subito al lavoro e tienimi informato.Tuo affezionatissimo zio Berlicche”. Biancaneve non aggiunge nulla, si limita a riflettere su come sia vero quanto scritto sopra.
martedì 27 maggio 2008
Paure
Biancaneve aveva un’ amica di nome M. a cui voleva molto bene. Era stata sua compagna di scuola, (nella classe dietro a quella di Biancaneve perché più giovane di un anno) e aveva poi sposato B, e messo al mondo sei figlioli: il loro primo figlio è stato compagno di Nanotre per 13 anni. M era una donna spiritosa , creativa , molto concreta. Una volta uno dei suoi bambini cominciò a svegliarsi di notte con una delle paure tipiche dell’infanzia, e dalla sua stanza chiamava - “Mamma, c’è il lupo!” – Una, due, tre volte la mamma si alza per andare da lui, accende la luce e gli mostra che non c’è nessun lupo; ma il bimbo dopo un po’ torna a chiamare “C’è di nuovo il lupo...” A quel punto M. ha un colpo di genio, tipico della inventiva di una donna saggia :-“ E tu sparagli!”
Chissà, forse il piccolo sparò con la pistola fatta dal suo pollice e dal suo indice...certo è che il lupo non si presentò più, e si potè finalmente dormire..
A volte per scacciare le paure occorre usare il buon senso, e più che opporre ad esse dei saggi ragionamenti far loro uno sberleffo.
Chissà, forse il piccolo sparò con la pistola fatta dal suo pollice e dal suo indice...certo è che il lupo non si presentò più, e si potè finalmente dormire..
A volte per scacciare le paure occorre usare il buon senso, e più che opporre ad esse dei saggi ragionamenti far loro uno sberleffo.
lunedì 26 maggio 2008
Il blog ed io
Biancaneve è una mezza analfabeta col computer: non sa postare foto o filmati, non mette le etichette (questo forse perché è allergica ad ogni tipo di etichetta), non sa se quando inoltra una mail con filmato allegato esso veramente viene ricevuto dal destinatario, non sa come si fa a vedere quanta gente visita il suo spazio...Però le piace passeggiare per i blog degli amici: è come guardare dentro una stanza attraverso la finestra, e condividere pezzi delle vite degli altri.
Biancaneve chiede scusa a tutti i visitatori per la sua incapacità: forse prima o poi riuscirà ad imparare. "Non è mai troppo tardi" era il titolo di un corso di istruzione popolare per adulti analfabeti che andava in onda in TV negli anni 60, ed è un buon incoraggiamento.
Biancaneve chiede scusa a tutti i visitatori per la sua incapacità: forse prima o poi riuscirà ad imparare. "Non è mai troppo tardi" era il titolo di un corso di istruzione popolare per adulti analfabeti che andava in onda in TV negli anni 60, ed è un buon incoraggiamento.
domenica 25 maggio 2008
Smàfare
Nella lingua sicula “smàfara” è “sproposito” . Biancaneve si diverte a raccogliere parole usate impropriamente, che traggono in inganno chi le pronuncia per la loro assonanza con modi di dire autentici. Le smàfare spesso riguardano parole straniere: così ad esempio nella vetrina di un negozio di abbigliamento capita di vedere un “queen set” di lana merinos (forse il sopra-e-sotto che usa la regina?), da brandelli di discorsi appuriamo che “quello ha una personalità bordellain”, (cioè è uno a cui piace fare macelli?); la ragazza invitata al matrimonio stava benissimo con uno scimmion sulla testa, mentre il suo fidanzato guida un’auto nuova che ha l’Aiddiesse (ABS) e il nonno chiedeva in salumeria un pacco di Cipstress per il nipotino. Del resto l’uso allegro delle parole straniere ha radici antiche, se è vero che qualche studente ha pensato forse una volta che “panta rei” significhi “siamo-tutti-colpevoli”, e che “omnia munda mundis “ voglia dire tutto-il-mondo-è-paese. Biancaneve sente la forte tentazione di cambiare il suo nome in Snow-white; ma forse le traduzioni sono pericolose. Se dovesse prendere piede questa moda il Segretario di Stato Americano si dovrebbe chiamare Condoglianza Riso.
venerdì 23 maggio 2008
Priorità
Questo post è una specia di continuazione di quello di ieri.
Un giorno un professore di fama fu invitato a tenere una lezione sulla gestione del proprio tempo ad un gruppo di manager. Mise sulla cattedra un vaso di vetro a forma di fiasco con l’imboccatura larga e cominciò a riempirlo fino all’orlo con dei grossi sassi. – “Il vaso è pieno ?” chiese, e tutti dissero di sì, che non ce ne sarebbero entrati altri. Allora il professore mise dentro delle pietruzze più piccole, che andarono a riempire gli spazi tra un sasso e l’altro “E adesso è pieno?” chiese ancora. No, rispose qualcuno, c’è ancora un po’ di spazio (avevano capito che c’era qualche trucco). Il professore mise dentro della sabbia, gli alunni dissero che ora era del tutto pieno, ma quello in silenzio versò dell’acqua che –bagnando la sabbia- riempì ancora di più il vaso colmando il nuovo spazio che si era creato. “Cosa ho voluto insegnarvi con questo esperimento?” chiese alla fine. -“Che anche quando la nostra agenda sembra strapiena ci sono ancora dei minuti che possiamo sfruttare!” rispose trionfante il più bacchettone.
-“Niente affatto- replicò il saggio professore- vi ho solo dimostrato che se non mettete prima i sassi grossi dopo non potete infilarceli più”.
Biancaneve pensa spesso a questa storiella quando è tentata di dare la precedenza alle cose urgenti invece che a quelle importanti, e la giornata le sfuma tra le mani tra pietruzze e granelli di sabbia senza che gli appuntamenti importanti trovino una loro collocazione prioritaria.
Un giorno un professore di fama fu invitato a tenere una lezione sulla gestione del proprio tempo ad un gruppo di manager. Mise sulla cattedra un vaso di vetro a forma di fiasco con l’imboccatura larga e cominciò a riempirlo fino all’orlo con dei grossi sassi. – “Il vaso è pieno ?” chiese, e tutti dissero di sì, che non ce ne sarebbero entrati altri. Allora il professore mise dentro delle pietruzze più piccole, che andarono a riempire gli spazi tra un sasso e l’altro “E adesso è pieno?” chiese ancora. No, rispose qualcuno, c’è ancora un po’ di spazio (avevano capito che c’era qualche trucco). Il professore mise dentro della sabbia, gli alunni dissero che ora era del tutto pieno, ma quello in silenzio versò dell’acqua che –bagnando la sabbia- riempì ancora di più il vaso colmando il nuovo spazio che si era creato. “Cosa ho voluto insegnarvi con questo esperimento?” chiese alla fine. -“Che anche quando la nostra agenda sembra strapiena ci sono ancora dei minuti che possiamo sfruttare!” rispose trionfante il più bacchettone.
-“Niente affatto- replicò il saggio professore- vi ho solo dimostrato che se non mettete prima i sassi grossi dopo non potete infilarceli più”.
Biancaneve pensa spesso a questa storiella quando è tentata di dare la precedenza alle cose urgenti invece che a quelle importanti, e la giornata le sfuma tra le mani tra pietruzze e granelli di sabbia senza che gli appuntamenti importanti trovino una loro collocazione prioritaria.
giovedì 22 maggio 2008
Il tempo.
Biancaneve ha letto da qualche parte che esistono due tipi di tempo : quello “cronologico” fatto di giorni, ore, minuti, oggettivamente msurabile, che scorre inesorabile a prescindere dalla nostra volontà (in greco “kronos”) e quello interiore (in greco kairòs) che riguarda più direttamente il soggetto : dieci minuti sono un’eternità se sei sotto i ferri del dentista, passano in un lampo se chiacchieri al telefono con una persona amica. I ritmi accelerati di oggi ci rendono difficile trovare tempo da passare con noi stessi o con gli altri, e – quando siamo in casa- ci sono sempre cose urgenti da fare, o televisioni e computer accesi che tolgono la voglia di comunicare.. Certamente bisogna che i pochi minuti che passiamo in famiglia siano un tempo di qualità, ma la qualità attiene sempre ad una quantità, pertanto se un marito parla o ascolta la moglie intensamente per cinque minuti è una bella cosa, ma è più bella se continua a chiacchierare con lei senza fretta per un’altra mezzora, magari aiutandola in quello che sta facendo. Se poi i due riescono a mollare baracca e burattini per uscire da soli e passare insieme una serata piacevole meglio ancora: è un investimento più fruttuoso di quanto si immagini. Biancaneve lancia una provocazione: cari mariti, quanto tempo è che non uscite da soli con vostra moglie? Ehi... dove siete? Quest’oggi nel bosco nessuno risponde, ci sono solo cicale e scoiattoli.
martedì 20 maggio 2008
Nebbia
Oggi il post letto sul blog di un’amica (viaggioinaltomare) ha richiamato alla memoria di Biancaneve una vecchia poesia imparata alle elementari : “La nebbia agl’irti colli /piovigginando sale/ e sotto il maestrale/ urla e biancheggia il mar.” A volte la nebbia sale anche dentro l’anima, e piovono lacrime silenziose mentre il mare del senso di inadeguatezza urla e produce schiuma . Biancaneve ricorda che sulle autostrade più nebbiose sono stati tracciati per terra – a intervalli regolari – dei segnali bianchi rifrangenti: se si vedono solo tre di questi segnali consecutivi davanti a sé, bisogna ridurre la velocità a 40 km/h,se se ne vedono due a 20 km, se se ne vede uno solo è meglio fermarsi. Ma nelle cose del cuore è diverso, bisogna fare il contrario: guai a fermarsi a crogiolarsi nella nebbia, meglio accelerare per uscirne quanto prima. L’importante è avere un segnale rifrangente di riserva, e di quelli che non tradiscono mai.
lunedì 19 maggio 2008
Menfi (1)
C’era una volta, a metà degli anni 80 a Menfi (amena località di mare in provincia di Agrigento, in pratica di fronte all’Africa) un gruppetto di famiglie che trascorreva un periodo di vacanze. Luogo ideale per i bambini, la giornata era scandita da un ritmo abituale, che prevedeva la mattina in spiaggia, poi dopo pranzo un paio d’ore di “coprifuoco” in cui ciascuno stava a casa sua a riposare o compiere azioni silenziose come disegnare (questa consuetudine l’aveva lanciata il Nonno, cioè il padre del Cacciatore che era un po’ il Capovillaggio), e il pomeriggio a giocare in libertà nel grande spazio aperto sotto le acacie. Per tenere occupati i molti bambini il Cacciatore li divideva in squadre e organizzava i “Giochi Menfitani”, competizione fatta di prove di vario genere; una di queste era fare un giornalino: nacquero così La Gazzetta menfitana e L’Eco di Menfi, testate dalla vita breve ma intensa, di cultura, interviste, gossip e tutto quello che può venire in mente a ragazzini di 8-10 anni. Biancaneve conserva con cura i numeri unici delle estati ’86 e ’87, che contengono i primi pezzi di gente che prima o poi sarà famosa. Ci sono interviste di Nanadue, rubriche gastronomiche, e perfino un articolo di cronaca scritto da un giovanissimo Prof 2.0 che riferisce di una gara di scarabei vinta da un esemplare chiamato Pannolino II (Pannolino I si era azzoppato forse a causa del suo maldestro allenatore).
Il modo in cui si passa l’estate da bambini ha una grande importanza nella formazione della personalità . Attenzione: se c’è qualche genitore che legge queste righe ci pensi per tempo: siamo già a maggio.
Il modo in cui si passa l’estate da bambini ha una grande importanza nella formazione della personalità . Attenzione: se c’è qualche genitore che legge queste righe ci pensi per tempo: siamo già a maggio.
venerdì 16 maggio 2008
Soldatini
Biancaneve mettendo ordine negli scaffali alti dello stanzino ha trovato una scatola con su scritto “soldatini”. Dentro c’è un’accozzaglia di personaggi alti circa tre centimetri: alcuni sono piccoli indiani Cheyenne con il copricapo di penne e l’ascia di guerra appena dissotterrata, altri sono cowboy con fucili e pistole; c’è pure qualche cavallo ( non si sa a quale schieramento appartenga) e un carro con il telone a cupola. Ma insieme a questi personaggi da film western ci sono due carri armati e un piccolo plotone di soldati in grigioverde, con l’elmetto, nell’atto di tirare una bomba a mano o di sparare con la mitragliatrice. Per i bambini (maschi) la guerra è un gioco, che forse li aiuta a scaricare l’aggressività così come le femmine esprimono attraverso la cura delle bambole la predisposizione alla maternità. .Ma per tante madri, mogli, sorelle, fratelli, figli, padri la guerra è il dramma di perdere le persone care, le case distrutte, la speranza di un futuro spezzata. Che responsabilità grossa abbiamo noi genitori e insegnanti: far crescere non solo pacifisti ma persone pacifiche, costruttrici di pace. Biancaneve ripensa ad una frase di un grande del nostro tempo, Giovanni Paolo II: “La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta dell’umanità”.
giovedì 15 maggio 2008
Lezioni di etica
Due nani litigano per chi si deve prendere l’ultimo cioccolatino rimasto: l’altro dovrà accontentarsi della caramella. Ciascuno porta le sue ragioni per dimostrare di avere più diritti dell’altro (io ne ho mangiati di meno, a te non ti piace quanto piace a me ....) finchè la nana tira fuori l’argomento inoppugnabile: “ e poi non lo sai che agli altri si deve dare sempre la parte migliore? Quindi tu la devi dare a me...”
Non fa una grinza.
Non fa una grinza.
mercoledì 14 maggio 2008
Concorsi
C’è una fase della vita in cui si considera assolutamente superflua una cosa che - per fortuna- tempo dopo si scopre essere piacevole, opportuna e anche indispensabile : lavarsi. Basta entrare in un’aula di scuola media, in una palestra dove i ragazzini fanno attività sportiva, o semplicemente in camera dei propri figli di età compresa tra i sette e i dodici anni (sono ottimista!) per farne esperienza.
I nani della casetta del bosco non sfuggivano a questa regola, e c’è stato un periodo in cui Biancaneve e il Cacciatore cercavano di suscitare in loro il buon abito della pulizia quotidiana, che a partire da una certa età deve diventare autonoma. All’inizio i risultati erano grami, poi c’è stata la svolta: al Cacciatore è venuto in mente di lanciare il Concorso “Doccia 50”: ad ogni nano veniva consegnato un cartoncino con 50 caselle, in cui ad ogni doccia fatta veniva apposta la sigla degli organizzatori; chi fosse arrivato per primo a 50 avrebbe vinto un premio (ma di quelli belli). La cosa ha funzionato: ogni sera – perché la mattina il turno-bagno richiedeva tempi stretti- si presentavano a cena dei ragazzetti profumati e pettinati, e c’era pure chi faceva il bis. Vincitrice: Nanadue.
Visto che la cosa funzionava in seguito sono stati lanciati altri concorsi, come ad esempio “Lava i denti la sera-vincerai in primavera” (sempre a sfondo igienico-sanitario, si vede che era un problema serio).
Biancaneve ha cercato di imitare il marito lanciando concorsi in altri campi, ma i suoi tentativi non riuscivano mai.
I nani della casetta del bosco non sfuggivano a questa regola, e c’è stato un periodo in cui Biancaneve e il Cacciatore cercavano di suscitare in loro il buon abito della pulizia quotidiana, che a partire da una certa età deve diventare autonoma. All’inizio i risultati erano grami, poi c’è stata la svolta: al Cacciatore è venuto in mente di lanciare il Concorso “Doccia 50”: ad ogni nano veniva consegnato un cartoncino con 50 caselle, in cui ad ogni doccia fatta veniva apposta la sigla degli organizzatori; chi fosse arrivato per primo a 50 avrebbe vinto un premio (ma di quelli belli). La cosa ha funzionato: ogni sera – perché la mattina il turno-bagno richiedeva tempi stretti- si presentavano a cena dei ragazzetti profumati e pettinati, e c’era pure chi faceva il bis. Vincitrice: Nanadue.
Visto che la cosa funzionava in seguito sono stati lanciati altri concorsi, come ad esempio “Lava i denti la sera-vincerai in primavera” (sempre a sfondo igienico-sanitario, si vede che era un problema serio).
Biancaneve ha cercato di imitare il marito lanciando concorsi in altri campi, ma i suoi tentativi non riuscivano mai.
martedì 13 maggio 2008
Dissennatori
Chi ha letto Harry Potter sa che i Dissennatori sono personaggi fantomatici che con un bacio risucchiano la felicità dal malcapitato che finisce nelle loro grinfie. Al mercato frequentato da Biancaneve c’è un tipo di Dissennatore più benevolo, che la felicità la vuole dare ma che ipnotizza le brave massaie e risucchia un po’ dei loro soldi. Si tratta di tipi eccezionali , in genere uomini – sono più affidabili delle dimostratrici donne – che hanno un banco ricoperto da vassoi pieni di carote Julienne (tagliate a filetti sottili), di zucchine a rotelle, di cipolle tritate piccole piccole, di pomodori per la bruschetta...una cosa assolutamente affascinante. Spesso hanno un accento nordico, o almeno romagnolo, cosa che conferisce loro grande credibilità quando ti assicurano che il Mini-Robot che ti vogliono vendere si lava con un semplice getto d’acqua. Sono velocissimi, e a guardar loro sembra tutto facilissimo, e dopo trenta secondi una si chiede come ha fatto a vivere finora senza quell’aggeggio, che è un vero affare, è utilissimo e le farà risparmiare un sacco di tempo. Così il “coso” viene acquistato, e provato immediatamente quando si arriva a casa, salvo poi scoprire che il pomodoro resta incastrato, che per smontarlo le lame seghettate e taglientissime forse ti faranno saltare un dito, e che per lavarlo il getto del rubinetto non basta ma bisogna snidare le buccette incastrate negli anfratti, una a una. E siccome a nessuno piace fare la figura del pollo, la brava massaia pensa : “quello che ha usato lui era diverso, ci scommetterei!”
lunedì 12 maggio 2008
In Giro
Sabato è iniziato il Giro d’Italia, e la cerimonia d’apertura si è svolta nella città di Biancaneve. Fin dal mattino si respirava un’atmosfera irreale: silenzio nelle strade di solito caotiche ma oggi transennate e chiuse al traffico, gente che passeggiava, scuole chiuse, famigliole curiose intorno ai banchetti dove si vendeva il kit del Giro (maglia rosa, cappellino...). Il Cacciatore ha accompagnato sua moglie a fare la spesa a piedi – di solito il sabato lo fa con il suo potente destriero, alias una Vespa 150 d’epoca- ed era divertente vedere in giro parecchi signori sui sessant’anni in perfetta tenuta da ciclista, abbronzati, con tanto di caschetto aerodinamico, che facevano finta di appartenere ad uno dei team in gara ma che erano smentiti dal fatto che le loro biciclette erano ferrivecchi. Biancaneve li ha guardati con tenerezza: in fondo erano tanti Girardengo in pectore, e il Giro appartiene più a loro che ai corridori veri.
domenica 11 maggio 2008
Viva la mamma
Oggi è la festa della mamma,e Biancaneve vuole fare gli auguri a tutte le mamme. Nonostante ciò che afferma Corinne Maier, autrice del libro “No kid- 40 ragioni per non avere figli” (articolo apparso sul Corriere della Sera di qualche settimana fa) essere madre è una gran bella cosa: in certi momenti è faticosa, ma anche divertente, sempre nuova, insomma vale la pena. La maternità non è però fine a sé stessa, strumento perché la donna possa sentirsi appagata: è conseguenza di un atto d’amore, del dono reciproco di un uomo e di una donna che si vogliono veramente bene.
In un’intervista ad un professionista padre di una famiglia numerosa, il giornalista chiese :--Lei ha molti figli. Come mai, le piacciono molto i bambini? –Veramente no – rispose quello – è che mi piace moltissimo mia moglie!
In un’intervista ad un professionista padre di una famiglia numerosa, il giornalista chiese :--Lei ha molti figli. Come mai, le piacciono molto i bambini? –Veramente no – rispose quello – è che mi piace moltissimo mia moglie!
sabato 10 maggio 2008
Differenti
Tra colleghe:-- Hei, ti sei tagliata i capelli! Ti stanno benissimo! anche io volevo un taglio così, né troppo corto né troppo lungo, perché ho il viso tondo e i riccioli sul collo lo fanno sembrare più magro.
--Ti piace sul serio? A me sembrano troppo corti, però così guadagno tempo, ci metto un po’ di schiuma e via...E poi ora andiamo incontro all’estate e non ci rinuncio a bagnarmeli quando vado a mare...
--Hai ragione, e poi con i colpi di sole si sfibrano, bisogna accorciarli spesso se no fanno le doppie punte...( bla-bla-bla.....)
Tra colleghi:-- Sei stato dal barbiere?!
--Sì.
--Ti piace sul serio? A me sembrano troppo corti, però così guadagno tempo, ci metto un po’ di schiuma e via...E poi ora andiamo incontro all’estate e non ci rinuncio a bagnarmeli quando vado a mare...
--Hai ragione, e poi con i colpi di sole si sfibrano, bisogna accorciarli spesso se no fanno le doppie punte...( bla-bla-bla.....)
Tra colleghi:-- Sei stato dal barbiere?!
--Sì.
venerdì 9 maggio 2008
La guida
Nell’era dei navigatori satellitari super precisi, a volte fatichiamo a ritrovare la strada di casa.
Biancaneve ha trovato questa poesia che le è piaciuta.
Quella vecchietta cieca, che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco.
me disse: Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, che la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò una voce
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima, dove c’è la Croce...”
Io risposi:”Sarà... ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede...”
La cieca, allora, me pijò la mano
e sospirò: “Cammina!”
Era la fede.
(Trilussa)
Biancaneve ha trovato questa poesia che le è piaciuta.
Quella vecchietta cieca, che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco.
me disse: Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, che la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò una voce
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima, dove c’è la Croce...”
Io risposi:”Sarà... ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede...”
La cieca, allora, me pijò la mano
e sospirò: “Cammina!”
Era la fede.
(Trilussa)
giovedì 8 maggio 2008
Mission impossible (2)
Diamo per buono che Biancaneve ha finito il settore soprabiti, che si affronta sempre per primo, come se così indicasse un undecimo comandamento; si passa al resto dell’armadio . Qui il criterio si fa triplice, nel senso che bisogna fare tre mucchi, a loro volta divisi in sottomucchi: cose da eliminare, cose da lavare, cose da conservare perché già lavate o da spazzolare perché usate poco. Ed ecco che cominciano i dubbi amletici : questo non mi entra più; e se poi dimagrisco? Questo è demodè: ma si sa che prima o poi tutto si riusa. Questo lo lavo in casa o lo porto in lavanderia? Questo mi ricordo quando l’ho comprato, mi piace tanto... La mente lavora mentre le mani agiscono e i mucchi occupano la superficie del letto. Si passa dal raptus fuori-tutto a picchi di lungimiranza conservativa . E’ difficile per Biancaneve scordarsi di essere l’ottava figlia, e di avere ereditato da sempre le cose delle sue sorelle: certe cose ti segnano. Per fortuna le nane di casa hanno tre o quattro taglie meno. E mentre l’aria si impregna del delicato odore di una nuova naftalina profumata dall’accattivante nome di Orphea, e i mucchi vengono tolti di mezzo perché in queste stanze ci dobbiamo pur vivere, un senso di appagamento per la parte di lavoro già fatta invade la Rassettante; è vero, c’è da pensare alle scarpe, ma – come disse Rossella O’Hara alla fine di Via col vento – domani è un altro giorno.
mercoledì 7 maggio 2008
Mission impossible (1)
Biancaneve ha deciso di affrontare la missione impossibile del cambio di stagione. Lo ha fatto con il piglio del miglior Tom Cruise, con la determinazione del kamikaze che sa che probabilmente non uscirà vivo da questa faccenda. Come recita uno dei più affermati luoghi comuni “ ormai non esistono più le mezze stagioni”; in effetti alle nostre latitudini si passa dalla follia dello scirocco che ti toglie il respiro e ti coglie all’improvviso giusto il giorno che monti la giacca imbottita e il colloalto di alpaca, con i piedi insaccati negli stivali (perché quest’anno vanno forte) alle temperature basse delle depressioni che arrivano dal nord Europa e fanno fischiare un vento gelido che ti penetra nelle ossa (naturalmente quel giorno era cominciato col sole, e ne approfittavi per uscire in maglietta e smanicato). Dunque è molto complesso stabilire il criterio con cui alcune cose vanno messe via per l’anno prossimo, perché...non si sa mai. Il “non-si-sa-mai” nasce dal desiderio di essere sempre in grado di dominare la situazione:dovesse venire una nuova glaciazione con nevi siberiane, o il surriscaldamento del pianeta portasse temperature equatoriane, bisogna essere preparati. Perciò si tirano fuori le cose dall’armadio e si deve decidere cosa tenere pronto per l’apocalisse. Questa operazione delicata è resa più difficile dal fatto che se tiri fuori un cappotto ( e poniamo che decidi che si può conservare per l’inverno prossimo) ci guardi nelle tasche per vuotarle e spazzolare il capo, e in quelle tasche ci trovi di tutto: quando va bene una moneta da due euro che fa sempre comodo, e poi biglietti di autobus usati, tagliandi di carte d’imbarco, fazzoletti di carta, angoli di inviti a conferenze con su scritto un numero di telefono (ma di chi sarà mai?) numerini del turno in salumeria e toh!...la ricevuta della lavanderia che hai cercato per mari e monti. E ancora siamo a niente... (continua)
martedì 6 maggio 2008
Messaggi
Accanto alla casetta del bosco c’è uno spazio in cui sostano abitualmente gruppi di ragazzi. I muri e i pilastri che lo delimitano sono pieni di scritte, per lo più incomprensibili perché le lettere che le compongono sono intrecciate tra loro. Una di queste scritte dice: “Oggi l’unico modo per vedere le stelle è farsi del male”. Biancaneve passa spesso da lì con i sacchi della spesa, e si chiede cosa potrebbe dire all’autore di quella frase, come vincere l’ondata di pessimismo che rischia di sommergere i giovani che mandano segnali di fumo attraverso le scritte sui muri, o attraverso la rete. Finora non ha trovato risposte convincenti; ma le viene in mente un’altra scritta vista anni fa su un muretto di via Lombardia: “Mi sveglio presto per amare prima”. Forse questi due dovrebbero incontrarsi.
lunedì 5 maggio 2008
Il Cantastorie
Nel bosco dove abita la famiglia del Cacciatore, ogni giorno si fa vivo un Cantastorie. La sua visita è sempre fonte di sorprese; certe volte racconta storie entusiasmanti, che schiudono orizzonti insospettati di avventure da vivere, altre volte invece se ne sta lì ztto zitto seduto su una sedia, con una faccia piena di bontà, pronto ad ascoltare lamentele e progetti, disastri domestici e conquiste, vicende di nani lontani ... Con lui il silenzio non è mai pesante, e quando c’è da cavare a braccia l’acqua dal pozzo è sempre pronto a dare una mano a tirare su la corda con il secchio (spesso mezzo vuoto) . Le storie che racconta non parlano di fate e di pirati ma di una donna meravigliosa vestita di sole, di giullari che fanno capriole per far ridere il loro re, di tavole imbandite a cui siedono amici, di asini con una stella disegnata sulla fronte. Quando il Cantastorie va via resta in qualche modo la sua presenza, e la vita nella casa del bosco diventa più colorata.
sabato 3 maggio 2008
In cucina
In cucina
Festa di bambini. Una mamma si improvvisa “animatrice” ( o sono gli animatori che si improvvisano genitori?) e propone dei quiz ai piccoli invitati di quarta elementare. Una domanda – presa dalle definizioni dei Cruciverba facilitati – recita :“Si consuma cucinando”.
Un ragazzetto salta in piedi e urla :-La mamma!- (per chi non lo sapesse, la risposta giusta era il gas).
Biancaneve ripensa a questo fatterello mentre guarda il banco frigo del supermercato. Dai “Pensierini” a “Gioia verde”, dai “Sorrisini” a “Viva la mamma!” a “That’s amore!” moltissimi prodotti evocano l’idea di famiglia, di affetto tradotto in piatti cucinati, in sapori casalinghi, di mani sapienti che mescolano agli ingredienti più fantasiosi l’amore che si traduce in “cura”. E questo specialmente tra i prodotti freschi e surgelati, dunque “a rischio”, condizionati da una temperatura particolare, senza la quale si deteriorano. La pubblicità fa leva su questi richiami per indurre a consumare prodotti che vengono acquistati più che per le loro caratteristiche nutrizionali per i mondi che richiamano, perché rispondono ad una nostalgia nascosta. Ora che le mamme – per fortuna- non si consumano più cucinando, anche una Viennetta “sa” di domenica, di festa, di famiglia.
Festa di bambini. Una mamma si improvvisa “animatrice” ( o sono gli animatori che si improvvisano genitori?) e propone dei quiz ai piccoli invitati di quarta elementare. Una domanda – presa dalle definizioni dei Cruciverba facilitati – recita :“Si consuma cucinando”.
Un ragazzetto salta in piedi e urla :-La mamma!- (per chi non lo sapesse, la risposta giusta era il gas).
Biancaneve ripensa a questo fatterello mentre guarda il banco frigo del supermercato. Dai “Pensierini” a “Gioia verde”, dai “Sorrisini” a “Viva la mamma!” a “That’s amore!” moltissimi prodotti evocano l’idea di famiglia, di affetto tradotto in piatti cucinati, in sapori casalinghi, di mani sapienti che mescolano agli ingredienti più fantasiosi l’amore che si traduce in “cura”. E questo specialmente tra i prodotti freschi e surgelati, dunque “a rischio”, condizionati da una temperatura particolare, senza la quale si deteriorano. La pubblicità fa leva su questi richiami per indurre a consumare prodotti che vengono acquistati più che per le loro caratteristiche nutrizionali per i mondi che richiamano, perché rispondono ad una nostalgia nascosta. Ora che le mamme – per fortuna- non si consumano più cucinando, anche una Viennetta “sa” di domenica, di festa, di famiglia.
venerdì 2 maggio 2008
Parentesi silenziose
Forse ciò che rende unica la casetta del bosco sono quelle che i suoi abitanti chiamano "parentesi silenziose", ovvero quelle innumerevoli situazioni che non hanno motivo di continuare a esistere ma che i nani dopo un pò accettano e non ci fanno più caso, diventano come le pareti della loro casetta. Un soprammobile assurdo ricevuto a Natae e "provvisoriamente" posizionato in salotto e li rimasto per i secoli, un enorme lavagna bianca messa "temporaneamente" dietro la porta della cucina (non si sa perchè..), una minuscola bottiglia di vino portata da qualcuno di ritorno da un viaggio e posta "un attimo" sul mobile.... Ogni tanto, nelle chiacchierate familiari della casetta, un nano individua una "parentesi silenziosa" che era passata inosservata per settimane, pur vivendo in mezzo a loro, provocando un sorriso. Certo nella casetta l'ordine potrebbe crescere, ma senza "parentesi silenziose" la casetta sarebbe un pò meno "nostra"! (Scritto da Nanosei)
giovedì 1 maggio 2008
La gita
Oggi Biancaneve ha fatto la gita di precetto del I° maggio ed è andata con alcuni nani e con lo Gnomo Iberico suo ospite alla Riserva Naturale dello Zingaro. Si tratta di un pezzo di costa, tra Scopello e S.Vito Lo Capo (TP), con sentieri che si incuneano nella macchia mediterranea (cioè una enorme varietà di piante fantasiose) a picco sul mare. Mentre percorreva a piedi i suoi sette km, Biancaneve ha fatto alcune riflessioni:
1. in una vita precedente deve essere stata una capra, perché è riuscita ad arrampicarsi abbastanza bene nei punti più scoscesi e sdrucciolosi (questo spiegherebbe anche il suo amore per le insalate che sono in pratica erbe da brucare)
2. la passeggiata le ha suggerito una similitudine con la vita: ti attirava la bellezza e l’ampiezza del mare che più blu non si può, invitante a fuggire verso orizzonti e avventure, ma lo sguardo doveva restare incollato alla terra, a dove posare i piedi, per poter andare avanti speditamente al passo dei compagni. Comunque ai lati dei sentieri ci sono un sacco di fiori colorati che ti compensano del blu che puoi guardare solo a tratti. E poi si incontrano e si salutano persone sconosciute che per qualche istante sono compagni di viaggio.
3. Dio quando ha fatto lo Zingaro doveva essere in vena, ispirato, e si deve essere divertito un sacco.
1. in una vita precedente deve essere stata una capra, perché è riuscita ad arrampicarsi abbastanza bene nei punti più scoscesi e sdrucciolosi (questo spiegherebbe anche il suo amore per le insalate che sono in pratica erbe da brucare)
2. la passeggiata le ha suggerito una similitudine con la vita: ti attirava la bellezza e l’ampiezza del mare che più blu non si può, invitante a fuggire verso orizzonti e avventure, ma lo sguardo doveva restare incollato alla terra, a dove posare i piedi, per poter andare avanti speditamente al passo dei compagni. Comunque ai lati dei sentieri ci sono un sacco di fiori colorati che ti compensano del blu che puoi guardare solo a tratti. E poi si incontrano e si salutano persone sconosciute che per qualche istante sono compagni di viaggio.
3. Dio quando ha fatto lo Zingaro doveva essere in vena, ispirato, e si deve essere divertito un sacco.
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