martedì 29 aprile 2008

La casa

Chiamare “casetta del bosco” il posto dove vive la famiglia Del Cacciatore(ma costoro ce l’avranno pure un cognome, o no?) è decisamente un eufemismo, trattandosi di un appartamento al quarto piano di un palazzo di circa cinquant’anni fa situato nell’incrocio più rumoroso, puzzolente di smog e trafficato di una città caotica. Quando la mattina Biancaneve apre le finestre per fare entrare aria (si fa per dire) il suo sguardo non vede prati di erba color clorofilla punteggiati di asfodeli, ma macchine dappertutto, occupate da automobilisti stressati che parlano al cellulare o da tokoni con lo stereo a palla che spara un forsennato ritmo “ttunci-ttunci”. Uccellini manco a parlarne: semmai qualche grasso piccione che però non canta (fa altro, e lo fa sul davanzale); niente scoiattoli, però deve esserci qualche puzzola alloggiata clandestinamente nei cassonetti della spazzatura (non si vede, ma si sente). Nel palazzo di fronte abita un signore anziano che ogni mattina si affaccia alla finestra per vedere che tempo fa e scegliere di conseguenza l’abbigliamento adatto, e lo fa indossando canottiera e boxer ascellari, per cui Biancaneve lo ha soprannominato “il Mutanda”. Nello stesso pianerottolo della casa del bosco c’è la casa della Nonna (non quella di Cappuccetto rosso, un’altra), e le due porte sono spesso aperte creando un futuristico effetto open-space.
Tutto sommato però questa casa non è male, perché è piena di ricordi, di storie e di progetti per il futuro, e anche di “parentesi silenziose” (ma questo è un altro post).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma si Biancaneve...è bellissimo così! A me piace più così piuttosto che la 'vera' casa di Biancaneve( quella disneyana). Questa è più autentica e...simpatica.

Prof 2.0 ha detto...

Cara Biancaneve,
sta succedendo qualcosa di bello e di nuovo in questa selva di blog. Il bene, attraverso questi racconti, diventa attraente. E credo che questa sia la strada per riappassionarsi e riappassionare le persone alla vita quotidiana. Un poeta diceva: la bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro per risorgere. Lo sottoscrivo.

biancaneve ha detto...

Caro prof, questo è un blog-notes, fatto di foglietti piccoli, scarabocchiati a "come viene viene". Mi piace condividere le cose piccole (mai banali!) con gli altri, serve a dilatare i confini di questa casetta.

Anonimo ha detto...

A me nonostante tutto mi piace un sacco la casetta. Anche il fatto di essere in mezzo al caos cittadino ha il suo fascino.

nanocinque