Una delle cose che più ci dà fastidio negli altri ( e che con difficoltà scopriamo in noi stessi) è l’ipocrisia. La parola deriva dal linguaggio teatrale: essa è fare della vita un teatro in cui si recita per un pubblico; è indossare una maschera, cessare di essere persona e diventare personaggio. Biancaneve ha letto queste righe: “Il personaggio non è altro che la corruzione della persona. La persona è un volto, il personaggio una maschera. La persona è nudità radicale, il personaggio è tutto abbigliamento. La persona ama l’autenticità e l’essenzialità, il personaggio vive di finzione e di artifici. La persona ubbidisce alle proprie convinzioni, il personaggio ubbidisce a un copione. La persona è umile e leggera, il personaggio è pesante e ingombrante”.
Ci sono in giro più personaggi che persone?
La finzione teatrale mantiene sempre la distinzione tra il palcoscenico e la vita: nessuno che assiste alla rappresentazione di Amleto pensa che l’attore sia veramente Amleto. Il fatto inquietante di oggi è che si perde la distinzione, si trasforma la vita in uno spettacolo, si esibiscono sentimenti e si interpretano ruoli costruiti artificialmente spacciandoli per autentici, e facendo questo si perde l’interiorità.
Essere veri è una sfida.
7 commenti:
Credo sia inevitabile recitare dei copioni e a poco a poco trovare la propria parte. Gli educatori hanno questo compito: aiutarti a diventare te stesso, con tutto ciò che questo comporta in termini di rischi, paure, fallimenti...
Con davanti un libro sull'autenticità (guarda caso) e dopo aver visto un "nanetto" (uno di quelli che si raccontavano nella tv di qualche anno fa) ritorno al supporto attivo, o almeno a un saluto a Biancaneve, una volta terminata la strage degli innocenti studenti.
Per inciso, dopo anni di lezioni sull'etica "hard", i miei studenti osano dire che bisogna essere autentici, ma alla fine sono tutti così autentici da essere così... uguali!
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E' proprio sicura o sicuro che siano così uguali? Ha colto le persone o i personaggi?
Ale
Per Prof 2.0:
E se tutti recitano lo stesso copione? "Sai che noia,povero Sergio" (citaz de Nemo, Dori lo dice a Nemo)
Shanà:
Quando fai strage dei poveri innocenti studenti non hai nelle orecchie "Un grido si è udito in Rama"? Biancaneve è la mamma di innocenti studenti.
E' vero che a volte siamo ipocriti senza accorgercene. Recitiamo una parte, per esempio la parte dell'amica senza esserlo veramente, sparlando appena girato l'angolo.
"si interpretano ruoli costruiti artificialmente spacciandoli per autentici, e facendo questo si perde l’interiorità"
o forse si nasconde la propria interiorità per paura di non essere abbastanza omologati al politicamente corretto, e dunque non abbastanza uguali agli altri da poter essere accettati?
Hai ragione, Biancaneve: essere veri è una sfida, innanzitutto verso l'accettazione di sè.
Rispondo solo al commento immediato: come si definisce una classe di universitari molto motivati, riflessivi e responsabili? Con questa domanda ho fatto una serie di verifiche, se fossero personaggi sarei deluso, ma, purtuttavia, il crinale è sottile, potrebbe essere l'uno o l'altro...
Hanno veramente avuto modo di pensare, leggere cose diverse e avere colloqui personali con me e tra loro... Se sono rimasti personaggi...
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