Quando i nani erano piccoli nella casa del bosco c'era una stanza dei giochi con un tappeto verde, un tavolino, un divano e una grande libreria con due sportelli in basso in cui venivano conservati giocattoli, matite colorate, veli per travestimenti e cianfrusaglie varie. Nella stanza dei giochi si faceva il circo, si aprivano botteghe, si mettevano in fila indiani e soldatini, si litigava, si rideva e si cresceva.
In uno degli sportelli c'era una grande bagnarola bianca piena di pezzi di Lego: mattoncini di varie grandezze e colori, pezzi di prato e strade, porte e finestre , e - i più ricercati- omini con le teste gialle. Mentre Biancaneve sfaccendava nelle altre stanze della casa, il rumore che sentiva era quello delle mani dei nani che rimestavano dentro la bagnarola cercando i pezzi mancanti a finire una casa, fra interminabili contrattazioni per accaparrarsi gli omini più ambìti (si spaziava dal pirata all'infermiere). A fine pomeriggio - prima del bagno serale e della cena - tutte le costruzioni venivano smontate e rimesse alla rinfusa nella bagnarola, pronte per un nuovo cantiere cretivo pomeridiano.
Cresciuti i nani, i Lego finirono conservati su una mensola alta dello stanzino, finchè in uno dei club frequentati dai ragazzi qualcuno ebbe un'idea. Era il 2001, ed erano state colpite le Torri Gemelle: perchè non provare a ricostruirle di Lego, mettendo un mattoncino per ogni ora di studio vissuta intensamente? Rispondere con un atto di impegno e responsabilità, nel proprio piccolo, ad un gesto folle di odio e distruzione, fu un'opportunità che piacque alle ragazzine, e le torri in miniatura crescevano di giorno in giorno, colorate e solide.
Forse nel titolo di questo post manca un accento: giocare é costruire.
1 commento:
Il tuo racconto è semplicemente bellissimo! Mi hai ricordato che giocavo anche io con i lego ed ho costruito tante piccole case!
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