sabato 26 settembre 2009

L'aquilone




Il Cacciatore ha un amico che sa costruire bellissimi aquiloni. Gli bastano pochi pezzi di carta velina, colla, pezzi di canna, spago; e dalle sue mani vengono fuori rombi colorati che sembrano animati e che volano alti sospesi in aria dal vento, che loro assecondano con movimenti pieni di grazia. Ieri mattina Biancaneve ha ricevuto una telefonata dal suo amato, verso mezzogiorno: “Sono in un campo di calcio con C. a fare volare un aquilone!”
Biancaneve ha pensato a sé, identificandosi con quell’aquilone. A parte la grazia e la leggerezza che non sono proprio uguali, anche la sua vita si può librare verso il sole, volteggiare sullo sfondo di un cielo non sempre azzurrissimo, grazie a quello spago tra le mani del Cacciatore, legame di libertà. E come ogni aquilone che si rispetti, anche il Biancaquilone ha sette code dei sette colori dell’arcobaleno.

venerdì 25 settembre 2009

Scegliere un libro

Nel libro “Arte nuova di pensare”, Jean Guitton indica due criteri di scelta (anzi, lui le chiama “regole”).
Prima regola: Non leggere mai una prosa ancora fresca, un libro appena pubblicato, ma lascia al tempo -che è un grande vagliatore- la cura di svolgere il suo lavoro silenzioso, che è di eliminare. Che cosa è un’opera classica? Un libro che si stampa ancora, che non cessa di venir pubblicato. Non leggere dunque, poiché hai poco tempo, se non i libri che hanno subìto la prova del tempo, quelli che sono apparsi almeno tre anni fa.
Seconda regola: Non leggere se non quello che ti emoziona. Intendiamoci: vi sono due specie di emozioni: dapprima un’emozione che è un’impressione del tutto superficiale che fa fremere la nostra sensibilità. Non è di questa che parliamo: un romanzo poliziesco, un melodramma possono emozionare in questo modo. Ma c’è un’altra emozione, molto più profonda, che indica una comunione del nostro io con la cosa conosciuta. Questa emozione raggiunge il fondo dell’anima. La scuote. Le dice:ecco quello che ami.
Io non posso comprendere se non quello che risponde a qualche cosa di me stesso. Quando scopriamo una pagina che ci piace, è perché diciamo:” Ecco quel che penso, ecco quel che mi sarebbe piaciuto scrivere; se non l’ho fatto, è per la mia incapacità”.
Mi piacerebbe sapere se siete daccordo.

giovedì 24 settembre 2009

Libri & libri

“Io presi un giorno nella mia biblioteca un certo numero di libri contemporanei, e, procedendo press’appoco come procederà certamente la posterità prima della fine del secolo, chiesi conto a ciascuno di essi dei suoi requisiti per poter durare, e soprattutto del diritto che aveva di ritenersi utile. Mi accorsi che ben pochi adempivano alla prima condizione che fa durare un’opera, ben pochi erano necessari. Molti avevano rallegrato di passaggio i loro contemporanei, senz’altro risultato che di piacere e di venir dimenticati. Altri, visti da vicino, avevano una falsa e ingannevole aria di necessità che l’avvenire s’ incaricherà di definire. Un piccolissimo numero soltanto, e io ne fui sbigottito, possedeva quel raro, assoluto e indiscutibile carattere che si riconosce ad ogni creazione divina e umana, cioè di poter essere imitata ma non sostituita, di mancare ai bisogni del mondo se la si suppone assente.” Leggere è eleggere, scegliere. (J.Guitton, Arte nuova di pensare)
Come scegliere? in base a quale criterio? Lo saprete nel prossimo post.

mercoledì 23 settembre 2009

Cambiamenti

Nanasette da qualche giorno ha un chiodo fisso: cambiare l'assetto della sua stanza. Primo passo : estromettere il letto che era di Nanasposa,lasciando così spazio per creare un angolo tutto suo, con un'atmosfera particolare. Secondo passo: inserire elementi etnici: tende di organza colorate, cuscini (Nanobancario suggerisce anche tappeti, profumi esotici, narghilè...). Terzo passo: abolire la luce centrale e installare luci alternative, soffuse, calde...
Il nano liparota a questo punto dice che pure lui vuole cambiare stanza, e prendersi lo studio che è un po' defilato mentre quella che ha ora è proprio in mezzo alla casa.
Il Cacciatore asseconda questi discorsi, ipotizza un nuovo soggiornino nella stanza lasciata libera, fa progetti, prende misure...
Ma perchè tutti vogliono i cambiamenti? Per Biancaneve sarebbe tanto rassicurante lasciare tutto com'è...

martedì 22 settembre 2009

Rialzarsi

A volte è difficile rialzarsi e continuare a combattere, in tutti i sensi. Ci affideremmo alla rassicurante convinzione che abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ci accontenteremmo volentieri dell'applauso che ci accompagna nell'uscire di scena, e perderemmo un'occasione.
Biancaneve è rimasta colpita da questo spot visto in TV:

lunedì 21 settembre 2009

Alta marea

Ci sono città dove il mare si insinua dappertutto; lo annusi nell'aria, lo senti sulla pelle, è il naturale traguardo degli sguardi lunghi sull'orizzonte.La mia città è una di quelle. Ma nella mia città il mare si fa presente anche quando piove come oggi: lo trovi ovunque sotto forma di fiumi, rigagnoli, laghetti (tutt'altro che ameni, però; anzi, piuttosto fangosi) su cui galleggia di tutto, ma proprio di tutto. Basta un intenso temporale di fine estate per rimpiangere di non avere una canoa; la gente fa acrobazie pericolosissime per saltare dal marciapiede sull'asfalto cercando di non bagnarsi fino al ginocchio attraversando la strada; tutti aprono i loro ombrelloni di marca cinese, elegantissimi, comprati dal vucumprà dell'angolo, vero e proprio benefattore dell'umanità. I commercianti stanno sulla porta del negozio rassegnati a vedere pochi clienti questo pomeriggio; il traffico impazzisce.
Però, vuoi mettere la soddisfazione di avere il mare proprio sotto casa?

domenica 20 settembre 2009

Carbone bagnato

"-E la pancia...? cresce?" - domanda un amico a Biancaneve. Poi si affretta ad aggiungere con un certo imbarazzo "Quella di tua figlia, volevo dire..."
Per un attimo Biancaneve si è sentita colta in flagrante, le sono passate davanti agli occhi le odiate cerniere che faticano a chiudersi,e la bilancia che forse,... sì, deve essere proprio regolata male... E non l'ha tranquillizzata molto la precisazione. Cattiva coscienza?
Forse.
Certo è che domani ci si iscrive in palestra. Vigliacco chi se ne pente.

sabato 19 settembre 2009

Traffico

Come disse bene Johnny Stecchino, uno dei nostri problemi più gravi è il traffico. In questa settimana tra alluvioni, presenza di politici per commemorazioni, e maleducazione endemica di chi lascia la macchina "accom'ègghiè" (leggi: così come viene, anche in terza fila se ciò mi aggrada) c'è stato un vero manicomio: la casa del bosco è posizionata in un posto in cui questo manicomio raggiunge i suoi massimi storici, perciò Biancaneve quando può cammina a piedi; e siccome fa ancora caldo e i finestrini delle auto sono aperti, è divertente sentire cosa dicono i passeggeri e i guidatori.
_"Alla signora ci sta scappando!"commenta una bionda fasulla al volante di una vecchia Punto quando un'altra macchina si infila di prepotenza. (che cosa stia scappando è intuibile come emblema di urgenza, cioè la pipì) e aggiunge "Brava, ora ti danno la medaglia"!
L'altra fa finta di non avere sentito, fino a quando non cambia il semaforo. Appena scatta il verde si gira verso la bionda e sibila "Strega!" sgommando.
Peccato che pochi metri dopo le due auto siano ancora appaiate, gli occhi truci delle due autiste fissi davanti a sè per non incontrare lo sguardo della vicina di ingorgo.
E' incredibile - Biancaneve lo comprova su di sè - come persone abitualmente dolci, garbate, cordiali, sorridenti, diventino acide quando guidano una macchina.
Bisognerebbe montare una piccola fotocamera sullo specchietto retrovisore per immortalare quanto si è brutte quando ci si arrabbia.

venerdì 18 settembre 2009

Se un giorno

Se un giorno ti venisse voglia di piangere....chiamami
Non prometto di farti ridere,
ma potrei piangere con te.

Se un giorno tu decidessi di scappare, non esitare a chiamarmi.
Non prometto di chiederti di restare,
ma potrei scappare con te.

Se un giorno ti venisse voglia di non parlare con nessuno...chiamami.
In quel momento
prometto di starmene zitto.

Ma...
se un giorno tu mi chiamassi e non rispondessi...
vienimi incontro di corsa.
Forse io ho bisogno di te!

Questa poesia trovata in rete è piaciuta a Biancaneve. E' facile cadere nella tentazione di far ridere chi piange, di bloccare chi vuole andarsene, di riempire di parole vuote un silenzio già di per sè pieno, e invece spesso l'altro ha bisogno solo di vicinanza, non di soluzioni; ha bisogno di sentirsi compreso, non di ricevere consigli. E poi, è difficile avere l'umiltà di essere noi a chiedere aiuto all'altro, che magari non aspetta che un segno per venirci incontro di corsa.

giovedì 17 settembre 2009

Cicogne

Forse perchè sta per diventare nonna, a Biancaneve fanno tenerezza le cicogne coi loro fagottini nel becco. Nel corto Pixar qui sotto ce n'è una di grande buona volontà. Se ci siete (cosa di cui dubito, visto che nessuno dà segni di vita o commenta)godetevi quattro minuti di relax. Buona giornata.

mercoledì 16 settembre 2009

Spot

Ieri Biancaneve ha visto in TV uno spot che reclamizza la marca Original Marines: si vedono i genitori e alcuni bambini assai movimentati che ne combinano di tutti i colori. Lo slogan dice "Fatevi una famiglia. Divertitevi." Non so se è in senso ironico, ma comunque è un buon consiglio.

martedì 15 settembre 2009

Giocare e costruire

Quando i nani erano piccoli nella casa del bosco c'era una stanza dei giochi con un tappeto verde, un tavolino, un divano e una grande libreria con due sportelli in basso in cui venivano conservati giocattoli, matite colorate, veli per travestimenti e cianfrusaglie varie. Nella stanza dei giochi si faceva il circo, si aprivano botteghe, si mettevano in fila indiani e soldatini, si litigava, si rideva e si cresceva.
In uno degli sportelli c'era una grande bagnarola bianca piena di pezzi di Lego: mattoncini di varie grandezze e colori, pezzi di prato e strade, porte e finestre , e - i più ricercati- omini con le teste gialle. Mentre Biancaneve sfaccendava nelle altre stanze della casa, il rumore che sentiva era quello delle mani dei nani che rimestavano dentro la bagnarola cercando i pezzi mancanti a finire una casa, fra interminabili contrattazioni per accaparrarsi gli omini più ambìti (si spaziava dal pirata all'infermiere). A fine pomeriggio - prima del bagno serale e della cena - tutte le costruzioni venivano smontate e rimesse alla rinfusa nella bagnarola, pronte per un nuovo cantiere cretivo pomeridiano.
Cresciuti i nani, i Lego finirono conservati su una mensola alta dello stanzino, finchè in uno dei club frequentati dai ragazzi qualcuno ebbe un'idea. Era il 2001, ed erano state colpite le Torri Gemelle: perchè non provare a ricostruirle di Lego, mettendo un mattoncino per ogni ora di studio vissuta intensamente? Rispondere con un atto di impegno e responsabilità, nel proprio piccolo, ad un gesto folle di odio e distruzione, fu un'opportunità che piacque alle ragazzine, e le torri in miniatura crescevano di giorno in giorno, colorate e solide.
Forse nel titolo di questo post manca un accento: giocare é costruire.

lunedì 14 settembre 2009

L'isola che c'è

Biancaneve è appena tornata da Lipari dove ha trascorso il fine settimana con Nanoprimo e Nanobancario.Quel posto è davvero affascinante; forse per questo negli ultimi tre mesi c'è andata cinque volte.Lì c'è un paesaggio stupendo, e va bene; c'è un mare bellissimo, e anche questo va bene; puoi girare tutta l'isola in un tempo piccolo, e volendo puoi andare in pochi minuti a Vulcano o a Salina, e va benissimo; ma non è questo solo il fascino speciale di quel posto: c'è un'atmosfera (specie ora che l'invasione di turisti è passata) c'è un modo di trattare le persone e di guardare le cose che è tutto particolare. A Lipari le porte delle case la sera sono aperte, le chiese sono accessibili fino a notte, puoi lasciare la macchina aperta con le chiavi appese e ritrovarla sempre, tutti si conoscono e si salutano, i vicoli sono pieni di piante curatissime, e c'è una luce diversa, anche quando il tempo è brutto come ieri.
Biancaneve prende l'aliscafo di ritorno sempre con un piccolo rimpianto, gettando un ultimo sguardo affezionato alla costa che si allontana e al Nano "cannetaro".
Poi mette piede sulla terraferma a Milazzo, e improvvisamente si ricorda che anche anche questa è un'isola, solo un po' più grande (un bel po'). Quando uno è nato qui come farebbe a vivere dove non si vede il mare?

domenica 13 settembre 2009

Music from a tree

Questo sì che è un signor arrangiamento!

sabato 12 settembre 2009

Il bosco

C'era una volta un bosco in cui vivevano alberi molto diversi tra loro. La vita nel bosco scorreva tranquilla: gli alberi cantavano facendo ondeggiare i rami ricchi di foglie, commentavano tra loro il bel tempo e i giorni di pioggia, e davano asilo agli uccelli e agli altri animali che si posavano sulla loro chioma. Un giorno nel bosco si avvertì un insolito movimento: vennero degli uomini con i camion, scavarono una buca profonda e interrarono un palo di legno liscio e alto, su cui posarono i fili della luce elettrica. Gli alberi incuriositi cercavano di vedere il nuovo arrivato, e facevano mille domande al pino che - essendo il più alto - riusciva a scorgere quello che accadeva poco distante da lui. Passato il primo moto di sorpresa, la quercia e il pioppo attaccarono discorso col nuovo arrivato: "Vuoi cantare con noi?"
-"Io non canto mai" rispose il palo sdegnoso in un sussurro.
Tutte le avances degli alberi per fare amicizia cadevano nel vuoto: il palo li ignorava, chiuso nel suo mutismo, finchè passò all'attacco, dicendo -"Io non sono come voi. Sono utile,io. Non so che farmene dei vostri canti e dei vostri discorsi."
Il bosco si tramutò ben presto in un posto silenzioso e cupo: al palo niente andava bene, non faceva altro che criticare tutto e tutti, e gli alberi si erano intristiti.
Un giorno però tornarono gli uomini. Espiantarono il palo che cadendo a terra si ruppe in tanti pezzi scomposti; al suo posto venne messo un lungo palo di cemento. Gli alberi circostanti erano tutti in subbuglio:" Pino, raccontaci, com'era il palo di dentro?" -"Tarme. E polvere. Era tutto morto"-rispose il pino.
E il bosco recuperò il suo clima allegro.
Il palo è la personificazione della superbia, di chi si considera una natura superiore e semina intorno a sè, tra i suoi simili, gelo e sconcerto. Saper apprezzare le qualità degli altri, riuscire a sintonizzarsi sulle loro lunghezze d'onda - molto diverse e varie- contribuisce a creare un ambiente positivo in cui è bello stare.
(Il racconto è liberamente tratto da W.F.Florez, El bosque animado, Rialp 2003)

venerdì 11 settembre 2009

Foglie

Non è ancora finita l'estate, ma stamattina il marciapiede di via Libertà era pieno di foglie cadute. Biancaneve ricorda con un pizzico di nostalgia una poesia che i nani impararono all'asilo:

"Cadono già le foglie. Sono stanche.
Hanno visto tanta acqua e tento sole.
Sbocciate con le tenere viole
cadono prima delle nevi bianche.
Là nella valle il vecchio boscaiolo
con un rastrello lento le raduna.
Saranno il letto della mucca bruna
saranno fiamme sotto il suo paiolo".

Cinque dei sette nani hanno frequentato un piccolo asilo diretto da una donna di qualità, la maestra Angelina. Uno dopo l'altro, di anno in anno, venivano a casa recitando poesie imparate a memoria; e ogni volta Biancaneve e il Cacciatore si entusiamavano come se le sentissero per la prima volta, come fossero sempre nuove.
E lo erano, nuove. Perchè nuovo era il bambino di quattro anni che immaginava valli, mucche, nevicate (che chiedeva cosa fosse un paiolo)e che scopriva la poesia.

giovedì 10 settembre 2009

Fischi per fiaschi

Biancaneve ieri ascoltando una lezione ha sentito la frase "il pensiero a riposo". Ma forse per una sordità incipiente ha inteso "il pensiero adiposo".
Fermamente convinta che noi persone umane siamo unità di corpo e spirito, non aveva mai pensato che anche il pensiero può essere reso meno agile dall'eccesso di ciccia mentale.
Forse anche il pensare ha bisogno di seguire una dieta: cibi per l'intelletto sani, genuini, nutrienti, saporiti e vari.

mercoledì 9 settembre 2009

Tutt'apposto?

"Cumpà,...tutt'apposto?"
Spesso sento ragazzi che si salutano così, aggiungendo un bacio per guancia.
Ma tutto cosa? e in quale posto?
Da piccola sentivo ripetere quella massima tanto saggia: Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa; e così i cassetti e le mensole trovano un ordine, che non deve essere il "loro" ordine, ma il "mio" ordine.
Quello che faticosamente si conquista sforzandosi di riporre al loro posto utensili di cucina, attrezzi, calze e mutande, ricevute e bollette, ha un suo corrispettivo nei cassetti del cuore, dove devono trovare un posto pensieri, desideri, sogni, progetti...un posto flessibile, un ordine non apparente e statico, ma continuamente e vivacemente rielaborato pur rispettando alcune priorità fondamentali.
Biancaneve ogni tanto si ferma e si chiede "Cumpà...tutt'apposto?"