lunedì 27 aprile 2009
Pantofole (o ciabatte?)
Nella casa del bosco c'è sempre stata la consuetudine di non stare con le pantofole se non nei momenti che precedono o seguono il sonno notturno. Se si torna da fuori magari si depositano le scarpe coi tacchi e ci si mette un paio di scarpe basse e comode, ma non le pantofole. Perchè? Per una forma di rispetto degli altri che vivono con me, e per cercare di mantenere un certo stile anche nei momenti di relax. Spesso cadiamo nella trappola di pensare la casa come un ambito privato, in cui siamo lontani dallo sguardo critico di chi ci giudica per come appariamo più che per come siamo (colleghi, amici, clienti...insomma, lo spazio pubblico)e possiamo perciò spogliarci di tutta una serie di "abiti" buoni (non solo vestiti!) e privilegiare la nostra comodità rispetto all'offrire a chi ci sta vicino un'immagine gradevole di noi. Un saggio del nostro tempo (che è anche un grande santo) consigliava a noi donne di curare un po' la facciata, come si fa con i palazzi logorati dal tempo: bando dunque alle tute informi, con i bozzi all'altezza delle ginocchia; bando alla faccia sfatta (anche se dovuta a una mega stirata); bando al passo ciabattante, anche se quelle vecchie pantofole di panno liso sono ormai così morbide che hanno preso la forma del piede. Costa un po' di fatica, ma vale la pena. L'amore si nutre anche di questi piccoli dettagli, che contribuiscono a rendere piacevole agli altri tornare a casa.
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10 commenti:
cara Biancaneve non condivido del tutto: concordo sull'abbigliamento e aggiungerei anche i capelli, il trucco...ma le pantofole no; a "ballerina", eleganti, curate possono anche trasmettere il senso dello stare in casa, del calore, di una intimità che è solamente dei membri di una stessa casa.
Cara Anonima (perchè sei una lei, immagino, un uomo non avrebbe citato le ballerine)c'è pantofola e pantofola, è vero, e forse qualche esemplare può essere più elegante di certe scarpe. Io mi riferisco a quel tipo di pantofole che fanno definire chi le porta un "pantofolaio", uno a cui scoccia per definizione uscire la sera perchè si deve ri-vestire. Però penso che il senso dell'intimità tra i membri di una stessa casa sia dato da qualcos' altro.
Cara Biancaneve non era mia intenzione ridurre l'intimità familiare a delle pantofole ma sottolineare che anche piccoli (anzi piccolissimi) dettagli possono servire a "sentirsi a casa".
Comunque grazie per il tuo blog.
Cara Bianca il tuo post mi ha fatto pensare...perbacco ! Dalle pantofole a concetti molto elevati. Se amare veramente è donarsi, io amo anche quando rinuncio ad una piccola comodità per essere fresca e pimpante anche quando tutto mi porta ad essere . . . ben altro ..o no ? Comunque ho pensato di consigliare a mio marito di regalarmi ...finalmente dopo tanti anni un nuovo paio di pantofole comode e morbidose ! La piccola prova d'amore sarà un pò più complicata !
ottima l'idea di "rilassarsi con stile". Al di là della polemica "pantofola sì- pantofola no", sulla quale non mi pronuncio, sottolineo la differenza tra riposo come "lasciarsi andare" e riposo come "dedicarsi a cose gradevoli in modo tranquillo ma decoroso". Nella prima categoria c'è il pantofolaio in tuta stravaccato a fare zapping, nella seconda ci sei tu, cara mamma Biancaneve.
come è tenera l'affermazione di dr. Scholls!
Comunque, anche a casa mia domina la stessa politica!E'tutto molto vero quello che dici,Biancaneve!
Sante parole, sante parole!
Devo ammettere le mie colpe: giro per casa con delle "immonde" pantofole animalesche e quando arriva un visitatore corro a indossare dei comodi ma deliziosi mocassini.
forse alcuni uomini si innamorano delle colleghe perchè non le vedono mai in versione sfasciata come le loro mogli.
un'altra lettrice
Finalmente una grande piccola verità!Sembra una banalità ma è anche una forma per essere curati e in sintonia con se stessi!Avere rispetto e amore verso i propri familiari!A volte ,purtroppo, abbiamo più rispetto verso degli estranei che verso i familiari!Anche stando soli in casa ,la cura di se stessi è una forma mentale di equilibrio e serenità!La mia mamma, da quando mi sono sposata,mi diceva sempre:"Prima che arrivi tuo marito metteti il rossetto!"Quante volte distrutta dai numerosi cuccioli mi sembrava un'assurdità,ma lo facevo(!!),adesso mi rendo conto che non è solo il rossetto a cui si riferiva,ma ad un sorriso di benvenuto ,una calda accoglienza,il fatto di farlo sentire sempre speciale nonostante la pesantissima quotidianità!Per fortuna i nostri figli hanno imparato naturalmente la lezione!
Grazie Biancaneve!
Cara Vanda, i figli imparano le lezioni senza parole, respirano uno stile più che osservare delle regole (anzi quelle le rifiutano di solito...)L'educazione è contagiare più che insegnare, no?
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