Essere una famiglia numerosa ha i suoi pregi: basta poco per divertirsi. Il video che segue va conservato per guardarlo tutte le volte che siamo un po giù.
giovedì 19 marzo 2009
martedì 17 marzo 2009
Cioccolata calda
Raccontato da Nanouno.
Un gruppo di giovani laureati avviati a brillanti carriere professionali discutevano delle loro vite durante una riunione, ricordando i tempi dell’università e in particolare un professore, ora in pensione, che era stato un maestro per tutti loro. Decisero di andare a trovarlo.
Fu una visita molto piacevole col sapore degli anni passati vissuti con intensità. Il professore volle offrire ai suoi graditi ospiti una merenda e portò dalla cucina una brocca di cioccolata calda e un vassoio con diverse tazze, alcune molto elaborate e ricche, altre semplici nel design. E li invitò a servirsi della cioccolata.
Quando ognuno ebbe in mano la sua tazza, si sedettero comodamente in soggiorno ricordando i bei tempi andati e scambiandosi impressioni sul presente. La discussione cadde ovviamente sullo stress del lavoro, le relazioni, la vita. E tutti si lamentavano.
Poi il professore decise di condividere con loro i suoi pensieri.
«Avete notato che avete preso tutti le tazze più appariscenti e preziose, lasciando invece quelle più semplici? Ciascuno di voi vuole il meglio per sé. E questa è spesso la causa dello stress e delle preoccupazioni. La tazza da cui bevete non aggiunge nulla alla qualità della cioccolata. Nella maggior parte dei casi è semplicemente più preziosa, e in qualche caso è pure più scomoda. Ciò che in realtà desideravate era la cioccolata, non la tazza, eppure consapevolmente avete scelto le tazze migliori. E poi avete cominciato a confrontare la vostra tazza con quella degli altri… Amici miei! Considerate questo fatto: la vita è la cioccolata, mentre il lavoro, il denaro, la posizione sociale sono le tazze. Sono contenitori, nulla di più. La tazza che avete non definisce né cambia in alcun modo la qualità della vita che state vivendo. A volte dedicando troppa attenzione alla nostra tazza non ci godiamo la cioccolata calda che Dio ci ha offerto. Le persone più felici non sempre hanno le cose migliori, ma cercano di dare il meglio in tutto ciò che fanno».
Un gruppo di giovani laureati avviati a brillanti carriere professionali discutevano delle loro vite durante una riunione, ricordando i tempi dell’università e in particolare un professore, ora in pensione, che era stato un maestro per tutti loro. Decisero di andare a trovarlo.
Fu una visita molto piacevole col sapore degli anni passati vissuti con intensità. Il professore volle offrire ai suoi graditi ospiti una merenda e portò dalla cucina una brocca di cioccolata calda e un vassoio con diverse tazze, alcune molto elaborate e ricche, altre semplici nel design. E li invitò a servirsi della cioccolata.
Quando ognuno ebbe in mano la sua tazza, si sedettero comodamente in soggiorno ricordando i bei tempi andati e scambiandosi impressioni sul presente. La discussione cadde ovviamente sullo stress del lavoro, le relazioni, la vita. E tutti si lamentavano.
Poi il professore decise di condividere con loro i suoi pensieri.
«Avete notato che avete preso tutti le tazze più appariscenti e preziose, lasciando invece quelle più semplici? Ciascuno di voi vuole il meglio per sé. E questa è spesso la causa dello stress e delle preoccupazioni. La tazza da cui bevete non aggiunge nulla alla qualità della cioccolata. Nella maggior parte dei casi è semplicemente più preziosa, e in qualche caso è pure più scomoda. Ciò che in realtà desideravate era la cioccolata, non la tazza, eppure consapevolmente avete scelto le tazze migliori. E poi avete cominciato a confrontare la vostra tazza con quella degli altri… Amici miei! Considerate questo fatto: la vita è la cioccolata, mentre il lavoro, il denaro, la posizione sociale sono le tazze. Sono contenitori, nulla di più. La tazza che avete non definisce né cambia in alcun modo la qualità della vita che state vivendo. A volte dedicando troppa attenzione alla nostra tazza non ci godiamo la cioccolata calda che Dio ci ha offerto. Le persone più felici non sempre hanno le cose migliori, ma cercano di dare il meglio in tutto ciò che fanno».
venerdì 13 marzo 2009
Giallo
Nel palazzo della casa del bosco stanno tinteggiando la scala (era ora). Per tre giorni nella portineria ci sono stati due riquadri di colori diversi, uno avorio e uno giallino, e i condomini sono stati consultati per decidere quale fosse il più adatto. Noi optavamo per il più chiaro, ma la maggioranza ha scelto il giallino. Nulla da eccepire, siamo in democrazia e conta la legge dei millesimi, perciò giallino sarà.
Ma nel corpo umano ci sono delle strane assonanze, dei rimandi estrosi tra le varie potenze: avviene infatti che i cinque sensi siano in qualche modo collegati tra loro , come ben sanno i pubblicitari che ti fanno avvertire la morbidezza degli asciugamani attraverso il movimento del Coccolino che cade su di loro, o il sapore avvolgente dello yogurt attraverso le labbra che lo accolgono.
Forse è per questo che oggi Biancaneve mentre aspettava l’ascensore tra quei muri giallini aveva l'impressione di sentire sotto le dita il soffice piumaggio di un pulcino appena nato, in bocca il sapore dolciastro di una crema allo zabaione e nel naso un leggero odore di pipì.
Ma nel corpo umano ci sono delle strane assonanze, dei rimandi estrosi tra le varie potenze: avviene infatti che i cinque sensi siano in qualche modo collegati tra loro , come ben sanno i pubblicitari che ti fanno avvertire la morbidezza degli asciugamani attraverso il movimento del Coccolino che cade su di loro, o il sapore avvolgente dello yogurt attraverso le labbra che lo accolgono.
Forse è per questo che oggi Biancaneve mentre aspettava l’ascensore tra quei muri giallini aveva l'impressione di sentire sotto le dita il soffice piumaggio di un pulcino appena nato, in bocca il sapore dolciastro di una crema allo zabaione e nel naso un leggero odore di pipì.
mercoledì 11 marzo 2009
Cose nostre
Nella casa del bosco ci sono alcune cose che nascono per caso e poi diventano storiche. Una di queste è la "buccelliera"; trattasi di un contenitore di qualsivoglia foggia, materiale e dimensione atto a versarci dentro le bucce delle arance, banane, kiwi e frutta in genere che una volta mondata con cura viene affettata ordinatamente, spolverata di zucchero e mangiata a fine pasto. Il cacciatore è uno strenuo difensore della medesima, al punto che - stanco di dover attribuire la funzione sopra citata a contenitori occasionali e a volte impropri- ieri ha scelto una ciotola in plastica di medie dimensioni, ha preso un Uniposca (grosso pennarello di colore rosso brillante) e vi ha scritto sopra a stampatello in bella scrittura "Buccelliera". A scanso di equivoci ha poi preso un secondo Uniposca, questa volta turchese, e dall'altro lato della ciotola ha vergato "Buccellatoio" (è infatti controverso il vero, autentico nome dell'oggetto in questione; sul tema si accaniscono diverse scuole di pensiero, e Nanasette comincia già a pensare che potrebbe affrontare l'argomento in una tesi di laurea in Linguistica Italiana dal titolo "Radici neolatine, fonetica e morfosintassi della buccelliera.Evoluzione del termine dal medioevo ai giorni nostri".)
Da quando lei è presente sulla nostra tavola, il consumo di frutta si è incrementato notevolmente; come si fa infatti ad aggredire un secondo frutto quando il piattino è già pieno delle bucce del primo?
Bisogna riconoscerlo: il Cacciatore ha pensate geniali.
Da quando lei è presente sulla nostra tavola, il consumo di frutta si è incrementato notevolmente; come si fa infatti ad aggredire un secondo frutto quando il piattino è già pieno delle bucce del primo?
Bisogna riconoscerlo: il Cacciatore ha pensate geniali.
lunedì 9 marzo 2009
Strategie
...quando si dice che l'unione fa la forza... per raggiungere un obiettivo è importante avere i compagni giusti.
sabato 7 marzo 2009
Ronzinante
Il Cacciatore percorre le vie del bosco in sella al suo potente destriero di colore verde, munito di parabrezza in plexiglass e di bauletto posteriore. Era il lontano 1973 quando il ronzino vide la luce, e da allora è sempre stato un fedele servitore della famiglia di Biancaneve. Il mitico Vespone Piaggio 150 ha portato a scuola bambini a due a due, ogni sabato viene caricato della spesa settimanale – prima la frutta e verdura al mercato rionale del Capo, poi la restante merce al supermercato- e grazie a lui si riesce a far fruttare il tempo e a fare in due ore quello che in macchina si farebbe in una giornata intera. Il borbottio del suo motore è musica, si intrufola tra le auto con la grazia alata di Pegaso, resiste lavorando con la perseveranza dello scecco (asino). Ogni tanto sviene (problemi di candela), ma il Cacciatore sa come farlo riprendere. La Vespa è fondamentale per tutti noi, le dobbiamo molto, è un’appendice di questa famiglia. E Biancaneve quando d’estate esce in sella a questo magico destriero insieme al suo prode cavaliere si sente addosso almeno trent’anni di meno.
martedì 3 marzo 2009
Berodi
Avete presente una pentola in cui bolle una minestra densa? di tanto in tanto affiorano in superficie bolle d'aria che scoppiano. Così deve essere la memoria della nonna dei nani, che ogni tanto ripesca dal fondo qualche parola che ripete con decisione scatenando nei figli e nipoti una ridda di domande per cercare di capire di cosa si tratta. Domenica la nostra eroina ha compiuto 94 anni, e l'abbiamo festeggiata tutti insieme con un tè e una fetta di torta. Alla fine del piccolo party ha cominciato a evocare i "berodi": nessuno sapeva cosa fossero. Meno male che c'è internet, che ha spiegato trattarsi di salamini di animelle e sangue di maiale, di colore marrone, che si producono nell'entroterra ligure e si consumano nel periodo natalizio rosolati in padella con cipolle. Una roba da bruciore di stomaco solo a nominarla.
E' incredibile la quantità di cose che si accumulano nella nostra memoria; e ancora più incredibili e fantastici sono i nessi che ci portano a tirarle fuori nei momenti più impensati.
E' incredibile la quantità di cose che si accumulano nella nostra memoria; e ancora più incredibili e fantastici sono i nessi che ci portano a tirarle fuori nei momenti più impensati.
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