martedì 29 luglio 2008

Congedo temporaneo

La casetta del bosco per qualche settimana si sposta in riva al mare, di fronte all'Africa.Biancaneve saluta gli amici del blog e augura loro buone vacanze: un po' di astinenza dalla rete fà bene a tutti. Hasta luego.

domenica 27 luglio 2008

Biancaneve senza nani

Sembrerà strano a Biancaneve e al Cacciatore non avere nemmeno uno straccio di nano: eppure domani sarà così. Nanocinque ( il nano residuo) infatti volerà in Russia domani all'alba, e i genitori per qualche giorno resteranno soli. Biancaneve già pregusta il fatto di non dover cucinare (il Cacciatore si accontenta di poco, magro com'è), di sporcare meno cose possibile, di disporre a suo piacimento del telecomando, di non stare in ansia quando si sveglia alle tre di notte e qualcuno non è rientrato...ma già sa che queste sono magre soddisfazioni, e che le mancheranno tutti, i nani abituali e quelli sporadici. Meno male che c'è il Cacciatore, che in fondo è il più piccolo dei nani, e che le piace un sacco.

sabato 26 luglio 2008

Di nuovo a casa

Biancaneve è tornata dal viaggio in Spagna di una settimana. Già sull’aereo Girona –Trapani si è sentita a casa: infatti c’era un rumoroso gruppo di Scout trapanesi di ritorno dal Camino di Santiago, e l’accento con le “e” chiuse e tutto il resto spalancato si distingueva nettamente. Per di più le hostess hanno contato i passeggeri sei o sette volte: mancava qualcuno? No, al contrario, avanzava: una famiglia di non so dove aveva preso per sbaglio quel volo, convinta di atterrare a Birmingham. Quando finalmente lo hanno capito e si sono alzati per scendere dall’aereo c’è stato un lungo applauso. Una voce in realtà aveva specificato che il nostro “destino” era Trapani e che chi aveva un altro destino doveva farsi avanti (un ragazzotto dietro Bianvaneve ha detto “io ‘un nu saccio qual è u mè deshtino”, rivelando una propensione alla filosofia più che alla geografia).
In pochi giorni la famiglia del Cacciatore è stata a Girona, Saragozza, Pamplona, Lourdes (straordinario!) e Barcellona: insomma un “Assicutatour” che si è trasformato in “Buena nueva tour” quando Nanaquattro ha comunicato che si sposerà il prossimo aprile. Biancaneve prevede picchi di stress al cubo: giusto pochi giorni fa ha rivisto in TV il film “Il padre della sposa”, e il mestiere di wedding planner non fa per lei. Comunque è molto felice per la Nana e per il Nano Iberico. E poi aprile non è mica domani.

martedì 15 luglio 2008

Management familiare

Dimmi come fai la valigia e ti dirò chi sei. Il popolo della casetta si prepara alla trasferta spagnola, e vengono tirate giù dall’armadio alto le valigie; ogni volta che si parte Biancaneve fa propositi fermi: quest’anno mi porto lo stretto indispensabile! Ma poi... Nanaquattro ha avvertito che dalle sue parti ci sono 15 gradi, perciò golf, k-way e giacchetta al seguito sono indispensabili. Il settore medicine ha una sua importanza, dato che la gastrite è di casa da queste parti. Il Cacciatore vorrà portarsi i suoi abituali sei o sette chili di libri (praticamente tutto il peso consentito dalla compagnia aerea senza pagare l’eccesso). Caffè, parmigiano, pesto di basilico, veli elettrostatici per la scopa magica della bellissima casa della figlia che ci ospiterà. Il costume da bagno che si porta comunque perché lì vicino c’è l’oceano. Un pensierino per i genitori del novio, possibilmente qualcosa di tipico. Carica-batterie del telefonino. Necessaire con dentro solo prodotti in formato campioncino per non lasciarli al controllo sicurezza. Settimana enigmistica. Dilemma: portare le scarpe gialle o no? Certo, legano un po’, ma basta adeguare il resto; e poi sono molto comode. Da stamattina la mente di Biancaneve lavora frenetica; nel frigo non c’è quasi più niente perché si deve consumare tutto prima di andare. Le cose del mare , la biancheria di casa, il frullatore e mille altre cose sono già incasellate nella testa per averle pronte da portare a Menfi dopo la Spagna. Nanocinque deve andare in Russia perciò è meglio che programmi già cosa gli servirà; e - per favore- cambiatevi le lenzuola adesso così restano pulite.
Occuparsi di una famiglia richiede programmazione, controllo, capacità di improvvisare, di stare su più fronti contemporaneamente. Per questo quando Biancaneve dice a qualcuno di avere avuto sette figli e quello precisa” ma tu non lavori, vero?” a lei scappa un po’ da ridere.

venerdì 11 luglio 2008

lavorare con piacere

Le pietre preziose non si trovano in superficie, bisogna scavare per raggiungerle nelle viscere della terra; ma una volta trovate, illuminano e fanno brillare il lavoro più oscuro e ripetitivo, e lo rendono occasione di incontro con gli altri e con Dio. C'è qualcosa di divino nascosto nella realtà di tutti i giorni, e sta a ciascuno di noi scoprirlo.

giovedì 10 luglio 2008

Hablando Espanol

Gli abitanti della casetta del bosco si preparano all’annuale trasferta in terra spagnola, dove andranno a trovare la nana emigrata lì per ragioni di cuore. Il Cacciatore ha deciso che da ora a giovedì prossimo –data della partenza- in casa si deve parlare spagnolo per esercitarsi; lui comincia a farlo già dal mattino, parlando a Biancaneve in una strana lingua che ha qualcosa di veneziano (chissà perché nella sua testa esistono queste assonanze ingiustificate). Per dire “vecchio” dice “vecio”, usa molti “nosotros”, chiede se il caffè “està pruento”, fa sibilare le “esse”, crede che “escuchame” significhi “scusami” e così via: secondo Biancaneve in Spagna lo capiranno meglio se parlerà in italiano. E dire che abbiamo avuto antenati Borbonici: chi l’ha detto che buon sangue non mente? ...Mente, mente...

martedì 8 luglio 2008

Saldi

Saldi, che passione! Questa frase si può intendere in due modi: la passione per lo shopping durante il periodo dei saldi è cosa ben nota e assai diffusa: ci si sente furbissime a comprare le cose a prezzo stracciato, e se si passa davanti a negozi tipo Zara si vedono frotte di ragazze e donne che frugano in mezzo a mucchi di pezze con lo sguardo esaltato. Ma i saldi sono anche una passione nel senso della sofferenza: quelli estivi infatti coincidono con temperature altissime, e d’altra parte – noblesse oblige- non ci si deve fare scappare l’occasione. E allora la brava massaia aspetta il giorno indicato dall’autorità competente per l’inizio dei saldi, esce con 40 gradi all'ombra e scopre che i negozi già da alcuni giorni vendono a prezzo scontato di sgarrubbo, (cioè sotto banco) e perciò sono già finite taglie e colori “normali”: si trovano solo scarpe misura 35 o 42, indumenti taglia XXXL o XS, e tinte impossibili. E di pari passo con i saldi, si riempiono le campane “abito qui”, quelle per la raccolta di abiti usati (se no dove si mettono le cose nuove visto che gli armadi straripano?).
Bene, Biancaneve termina in fretta questo post perché va a vedere cosa trova nei negozi del quartiere: in fondo anche lei cerca di essere una brava massaia.

lunedì 7 luglio 2008

Ancora su Giacalone

Biancaneve si è ricordata di un gioco che i nani facevano per passare il tempo nei viaggi in macchina, e che era piuttosto divertente: si trattava di inventare un'origine per i nomi. Perchè Giacalone si chiama Giacalone? Questa è un'ipotesi plausibile:
C'era una volta un tale che si chiamava Calogero, detto Calò; siccome era grande e grosso ( e anche un po' stupido), tutti lo chiamavano Calone, e lo prendevano in giro perchè era corto di comprendonio. Un giorno sulla piccola frazione in cui viveva il nostro amico (dalle parti di Pioppo, comune di Monreale) si abbattè un tremendo nubifragio: la pioggia cadeva fitta fitta, il vento ululava e minacciava di far cadere i rami dei vecchi pini, le stradine in discesa si erano trasformate in cascate, e la gente aveva paura. Il buon Calogero, che aveva un animo generoso, andava da una parte all'altra aiutando gli abitanti delle villette- per lo più anziani- a mettersi in salvo insieme alle loro cose più preziose. Quando il pericolo fu superato, la gente incontrandosi diceva "Ma lo sapete chi ci ha salvato? Calone!" Gli scettici cronici che devono sempre sminuire il valore degli altri non riuscivano a crederci, e rispondevano " Già......Calone!" come a dire "Sì, vabbè...". Da quella volta il nome della frazione Sopra-Pioppo fu cambiato in Giacalone, in memoria di colui che insegnò al mondo che anche quelli ritenuti così così sono capaci di gesta grandi.
Se nel bosco c'è qualcuno che si cimenta nell'invenzione etimologica, si faccia avanti.

sabato 5 luglio 2008

Giacalone

La casetta del bosco ha una succursale, una villetta con un po’ di giardino in collina a 15 km dalla città; il posto si chiama Giacalone. Il Cacciatore la comprò quando i nani erano piccoli, e alla fine delle scuole era difficile tenerli fra quattro mura (la casetta in realtà è in un mare di cemento): lì Biancaneve li lasciava giocare tutto il giorno: si facevano pizze di terra, si raccoglievano e sbucciavano i pinoli per poi venderli alle zie di passaggio, si costruivano tende indiane con vecchi copriletti... viene conservata anche una foto dei nani in compagnia di Mocia, un personaggio creato con un bastone chiomato (un mocio da pavimenti appunto) e rivestito con jeans e camicia: verso le sette e mezza di sera li strigliava a turno, metteva loro il pigiamino e quando erano belli profumati di borotalco li faceva cenare mentre il Cacciatore raccontava storie fantasiose. Alle nove erano tutti a letto, non a dormire ma a leggere vecchi albi di Topolino comprati a metà prezzo vicino al Tribunale e a fare il club “chiacchierons”cioè a parlare tra loro di non si sa bene cosa. Spesso venivano a cena amici in fuga dal caldo asfissiante della città, ed era bello stare seduti al fresco a chiacchierare. Man mano che i nani crescevano, Giacalone è stato teatro di mini tornei di ping pong, di cene a base di due-tre chili di pasta, di week-end di studio...ora ci si va assai poco, ma l’atmosfera è sempre magica. Oggi Biancaneve è andata con il Cacciatore e Nanasette a pulire la casa di Giacalone; sono state debellate tribù di ragni, spazzati diversi mucchi di aghi di pino e iinaffiate le piante duramente provate dall’afa.
A giudicare dalle condizioni della sua schiena e dei suoi piedi, Biancaneve riconosce che non è più quella di una volta, nel senso che è tornata stanca morta. Meno male che il fine settimana serve per riposarsi.

venerdì 4 luglio 2008

Scogli

A Biancaneve piace il mare di scogli, e la fauna umana lì è più sofisticata che sulla spiaggia. Mentre sulla sabbia (Mondello) si creano crocicchi di gente che chiacchiera e si muove continuamente, sulle rocce (Addaura) ognuno sta per i fatti suoi, fermo, anche perché a beccarsi una pietra appuntita sotto l’alluce ci vuole poco. Proprio per salvarsi i piedi, c’è una grande varietà di scarpe di gomma: prima si usavano le scarpe di ginnastica vecchie, poi furono in voga i sandali di lattice con fibbietta (tipo turista tedesco), o le infradito in cui il piede scivola pericolosamente, ora vanno le crocs, preferibilmente tarocche e prese al mercatino. Sugli scogli si trova la signora che uscendo dall’acqua si asciuga con la pezza di daino (sì, quella che si usa in cucina per asciugare il piano di lavoro), quella che si impiastriccia di creme a diverso fattore di protezione e si appollaia in posizioni da contorsionista per abbronzare in modo uniforme le parti più sperdute, gente (donne e uomini) spalmati tipo cadavere con l’auricolare nell’orecchio, coppie di giovani annoiati e silenziosi, telefonini dalle suonerie più fantasiose, poche nonne e niente bambini perché sono andati in spiaggia. Ogni tanto fa la sua apparizione un’extraterrestre in perfetta tenuta da sub ( ci vogliono circa 20 minuti per bardarsi, 10 solo per infilarsi la muta) con tanto di coltello per i ricci, e qualcuno con un corredo da pic nic che sta mezz’ora a cercare di far stare in bilico la sedia da spiaggia, l’ombrellone e il frigo-bar dove la natura ha messo spuntoni e avvallamenti adatti ai granchi..
Il mare è nelle vene di chi è nato qui, in pochi minuti si arriva in posti stupendi. Se Biancaneve
in una vita precedente è stata una capra, in quella ancora prima probabilmente è stata granchio o pesce.

giovedì 3 luglio 2008

Sparecchiare

Da tempo immemorabile nella casetta del bosco ci si dividono le sparecchiate. Sul muro dietro il tavolo, sopra l’orologio, sta appeso un riquadro fatto al computer con i turni (Biancaneve ha ereditato i turni di Nanosei quando questi è andato a vivere a Roma): ogni casella contiene la sigla del nome di chi deve sparecchiare, dal lunedì al sabato; la domenica è compito del Cacciatore. Sembrerebbe tutto semplice, ma non lo è, perché sorgono tanti interrogativi che esigono una risposta certa ed immediata, pena lo scoppio di una discussione eterna: che si fa se uno pranza fuori quando tocca a lui? e se un altro deve giocare a calcio e non fa in tempo a terminare l’incarico? E se chi ha sparecchiato per ultimo ha dimenticato di accendere la lavastoviglie, chi lava?
Fortuna vuole che disponiamo di un Nano giuridico, che da buon legislatore ha stilato una serie di norme che regolano la faccenda. Se uno pranza fuori tocca al nano seguente (ma poi si recupera!); lo scambio consensuale è ammesso ove non pregiudichi i diritti del terzo e così via. Per maggior precisione è stato regolamentato anche il modo di espletare il servizio, che deve concludersi con il passare la pezza umida sulla superficie del piano di lavoro.
Non c’è che dire, la democrazia è una bella cosa, e comporta la partecipazione di tutti per il perseguimento del bene comune.
P.S. Il Nano giurista è disponibile per consulenze in caso di contenzioso familiare.

mercoledì 2 luglio 2008

Scarafaggi

Ogni tanto d’estate capita di imbattersi in uno scarafaggio. Magari uno di quelli piccolini, detti “mangiapane”, che proliferano dietro i frigoriferi, e che incontri di notte entrando in cucina per bere un bicchiere d’acqua. Oggi un’amica di Biancaneve le ha confidato di avere a casa una vera e propria invasione di scarafaggetti, che tra l’altro pare che portino sfortuna (un tappezziere una volta disse che dopo averli debellati la sua vita era diventata “un velluto”). Si dice in giro che alcuni ristoranti siano immersi nel problema fino al collo, perciò gli scienziati si sono messi al lavoro per metterci un rimedio, ed hanno inventato un prodotto, una specie di silicone da spargere che – ingerito dagli animali - modifica il loro DNA, rendendoli voraci al punto che si sbranano l’uno con l’altro. Semplice e pulito. Come direbbe Agatha Christie “...e poi non ne rimase nessuno.”
Sorge un dubbio: non sarà che questo prodotto sia finito per sbaglio anche nel cibo che mangiamo noi umani ?

martedì 1 luglio 2008

Colori d'estate

D’estate – si sa – si lasciano i colori smorti dell’inverno (i beige, i grigi, i can-che-fugge...) e si indossano volentieri capi nei cosiddetti “colori pastello”. Un giorno Biancaneve aveva addosso dei pantalono marroni, un top bianco e una camicia verde acceso, e con questa mise si è recata a scuola. Una sua amica vedendola entrare le dice “ Vestita così sembri un pezzo di “ Ilardo”!
Ora, tutti i palermitani sanno bene che “Ilardo” è una gelateria storica sulla passeggiata a mare, e che il “pezzo” è un gelato tradizionale a forma di fetta di torta di tre colori, spesso comprendenti il limone, il pistacchio, la fragola e il cioccolato (una vera specialità, qui c’è il massimo dei gelati); ma da allora Biancaneve – che aveva sentito male – quando mette la camicia color pistacchio si sente sempre un pezzo di lardo.